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Brillante cooperazione tra DISS e Pennysilvania State University in campo alimentare  

Intervista alla prof.ssa Pontello, promotrice dell’importante collaborazione intercontinentale riguardo all’igiene degli alimenti e alle malattie a trasmissione alimentare, temi di grande attualità durante il semestre di EXPO 2015

Le malattie a trasmissione alimentare (MTA) e la  sicurezza alimentare rappresentano oggi un problema di rilevante  interesse in sanità pubblica, non solo per l’attuale  concomitanza con  l’evento EXPO 2015. In questo campo opera da tempo  il Laboratorio Enterobatteri, coordinato dalla Prof.ssa Mirella Pontello e riconosciuto dalla Regione Lombardia  come punto di riferimento in particolare per le infezioni da Salmonella non tifoidea e da Listeria monocytogenes e coinvolto attraverso l’Istituto Superiore di Sanità nella rete europea  Food-  and water-borne disease and zoonosis  Programme (ECDC). L’attività di laboratorio, inquadrabile nell’area dell’epidemiologia molecolare, vede oggi coinvolti alcuni giovani dottorandi in Sanità Pubblica (Ettore Amato e Maria Gori) e un  assegnista (Pol Huedo) ed è stata rafforzata dalla collaborazione con il Department of Food Science della Pennsylvania State University, dove si trova per un periodo di sei mesi il Dott. E. Amato.

In questo contesto è maturata la partecipazione a congressi di rilevanza internazionale organizzati dall’International Association for Food Protection (IAFP 2015, Portland Oregon), dall’American Society for Microbiology - ASM  (Washington D.C. e New Orleans) e sponsorizzati dal Centers for Disease Control and Prevention - CDC (ICEID2015, Atlanta). Inoltre, in occasione del prossimo 115th ASM General meeting, una delle più ambite conferenze mondiali di microbiologia che si terrà dal 30 Maggio al 2 Giugno a New Orleans,  il Dr. Amato riceverà sia un Grant per la partecipazione alla conferenza  che il riconoscimento  ASM  “Outstanding Student Poster” essendo stato selezionato per la qualità del lavoro presentato “Antimicrobial Resistance of Shigella sonnei isolates carrying class 2 integrons in Northern Italy”. Successivamente anche il lavoro presentato all’International Conference on Emerging Infectious Diseases - Atlanta dal titolo “Genetic Heterogeneity of Listeria monocytogenes in Northern Italy” sarà premiato attraverso la pubblicazione dell’abstract sull’Emerging Infectious Diseases Journal.
 

La prof.ssa Pontello ha con piacere risposto a due brevi quesiti.

  • Come è nata e qual è il valore aggiunto della collaborazione con la Pennysilvania State University?

    La collaborazione con la Pennysilvania State University è nata circa tre anni fa, avendo constatato che un gruppo della Facoltà di Medicina veterinaria di Torino pubblicava molti interessanti lavori su Listeria monocytogenes, in stretta collaborazione con  il prof. Knabel, uno dei maggiori esperti  su questo patogeno che richiama la mia attenzione da almeno una decina di anni. Infatti, occupandomi soprattutto di foodborne diseases nell’uomo, considero la listeriosi una delle malattie più interessanti dal punto di vista scientifico ed anche poco nota e poco considerata - ancora oggi – nel nostro Paese: è relativamente rara (circa 1 caso per 100.000 abitanti), ma colpisce due significativi gruppi a rischio (immunodepressi e  donne in gravidanza), con una letalità intorno al 20% nei soggetti con sottostanti patologie immunodeprimenti. Leggendo la produzione scientifica del gruppo di Torino avevo anche notato che il loro lavoro mancava del legame con la patologia umana, cioè studiavano i ceppi di provenienza agro-alimentare senza avere la possibilità di verificare quanto le caratteristiche (molecolari, di virulenza, ecc) dei ceppi da loro studiate potessero essere simili a quelle dei ceppi isolati dall’uomo e/o avessero interesse per chiarire il fatto che, a fronte di un’ampia diffusione in natura della specie L.monocytogenes e dell’alta prevalenza osservata lungo le filiere alimentari,  i casi nell’uomo siano (per fortuna!) così rari. Ho per questo preso contatto  con Sara Lomonaco (corresponding Author delle pubblicazioni e ricercatore di Torino), che è stata felicissima di iniziare la collaborazione con noi per integrare il lavoro di area veterinaria con le nostre ricerche, che nel corso dell’ultimo decennio ci avevano permesso di raccogliere una importante collezione di ceppi di L.monocytogenes (oltre 300 ceppi) isolati da casi umani in Lombardia e raccolti attraverso una rete di laboratori di microbiologia (questa attività è riconosciuta dalla  Regione Lombardia). La dott.sa Lomonaco ci ha quindi incluso nel gruppo di ricerca che fa riferimento al prof. Knabel e da qui è venuta l’idea di programmare un periodo in Pennsylvania per il dottorando E. Amato , che sta dando ottimi frutti. Sul valore aggiunto, al di là dell’importante esperienza formativa per Ettore nel laboratorio del prof. Knabel  e delle previste pubblicazioni,  penso che il nesso con Knabel e con i ricercatori della veterinaria di Torino, possa favorire un significativo salto di qualità per le nostre ricerche, proprio nell’ottica di lavorare per la sicurezza alimentare guardando a tutta la filiera (from farm to fork, come dice l’UE).  

 

  • EXPO aiuterà davvero a richiamare l’attenzione sull’importanza di una corretta alimentazione? 

    Non è facile rispondere brevemente a questa domanda, data la complessità del tema “alimentazione e nutrizione”, includente sia questioni di food safety che  food security, così differenziate in termini sia qualitativi che quantitativi nelle diverse aree del mondo. EXPO potrà contribuire soprattutto richiamando l’attenzione, ma valutare poi il reale impatto, se cambieranno o meno le abitudini, non sarà facile.

 

DOTT. ETTORE AMATO  

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