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“6 mesi in Colombia che vanno ben oltre la formazione medica”

Foto dott.ssa Nikita

Perché è importante fare un’esperienza all’estero? “Andare in un altro Paese a svolgere la tua attività ti può cambiare la visione del mondo, farti sviluppare nuove abilità e favorire la creazione di un tuo proprio network. Ero andata in Colombia principalmente per fare un’esperienza sul campo in un altro Paese in Medicina materno-fetale, nonché per imparare lo spagnolo; il periodo in America Latina mi ha arricchito sotto tantissimi punti di vista”.
Con queste parole, che tradiscono un po’ di emozione, Nikita Alfieri, medico specializzando della nostra Ginecologia ed Ostetricia, diretta dalla prof. Anna Maria Marconi, chiude il suo racconto, in un venerdì mattina, davanti ai Colleghi, dei sei mesi trascorsi in Colombia, nella rinomata città che si affaccia sull’oceano Atlantico, a circa 10.000 chilometri da noi, di Cartagena delle Indie.
La Colombia è un Paese incredibilmente affascinante, di cui in Italia sappiamo troppo poco, e quel poco che sappiamo, spesso, non rispecchia la realtà alle porte del 2024. Si tratta del secondo Paese al mondo per la biodiversità presente, del terzo produttore globale di caffè, con una cucina dai sapori straordinari e con una ricchezza umana che parla di accoglienza ed apertura al prossimo che ha sempre caratterizzato il popolo colombiano.
Tanti sono, ovviamente, i problemi e gli aspetti da migliorare, anche nel sistema sanitario, come sottolinea proprio Nikita, che ha lavorato alla Clinica de la Mujer di Cartagena, situata in una zona c.d. strato 1 (le “zone” del territorio nelle città si definiscono per “strati”. Allo strato 1 corrispondono le zone popolari, con le case con i tetti in lamiera, mentre allo strato 6 fanno riferimento le zone VIP): “La pandemia ha inasprito le differenze ed il grado di diseguaglianza, soprattutto a svantaggio della popolazione femminile; un parto su cinque a Cartagena è di una mamma in un età compresa tra i 10 e i 19 anni, con una presenza anche rilevante di gravidanze come conseguenza di abusi sessuali; inoltre, dal punto di vista clinico, abbiamo notato un utilizzo marcato di parti cesarei (non sempre necessari), che sfiora il 50% delle nascite”.
I passi avanti effettuati dal Paese in tema di diritti civili delle madri ci sono stati, come testimoniato dala possibilità, dal febbraio del 2022, per le donne, di richiedere l’aborto volontario, prima vietato, e che ora è concesso sino alla 24esima settimana. Ma rimane ancora tanto da fare.
Nikita aggiunge anche una nota curiosa sugli orari-tipo della “giornata colombiana”. “Il primo appuntamento viene calendarizzato, solitamente, alle 6 del mattino e, ovviamente, la giornata lavorativa finisce prima. Non è facilissimo adattarsi al nuovo ritmo”.
L’esperienza di Nikita è stata fortemente supportata dalla prof. Anna Maria Marconi, che sprona i membri del suo team, sin dalla Scuola di Specializzazione, ad esplorare opportunità all’estero per arricchirsi professionalmente, ma soprattutto dal punto di vista personale.

26 settembre 2023
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